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Vantaggi della somministrazione di pentossifillina per via transdermica

Ogni farmaco è caratterizzato da un suo valore di emivita che può variare da pochi minuti ad una settimana; i farmaci con emivita breve sono eliminati rapidamente; i farmaci con emivita lunga sono eliminati lentamente.

La pentossifillina ha una emivita breve che varia, a seconda della metodica di somministrazione, da 7-8 min per infusione a  8 – 12 ore per somministrazione orale.

L’emivita plasmatica di eliminazione (t1/2) è il parametro farmacocinetico che indica il tempo necessario affinché la concentrazione plasmatica di un farmaco si dimezzi. Per una terapia continuativa il raggiungimento della fase di “equilibrio di somministrazione” avviene dopo un tempo pari a 5 emivite del farmaco indipendentemente dalla frequenza delle somministrazioni.

Per un farmaco somministrato regolarmente l’andamento e l’entità del livello ematico dipendono dal rapporto tra emivita e durata dell’intervallo di applicazione. Uno dei vantaggi della somministrazione transdermica  è dato dalla possibilità di introdurre il solo principio attivo del farmaco, in forma ionica,  che legandosi a proteine protoplasmatiche specifiche, aumenta il tempo di permanenza (emivita) nelle sedi anatomiche interessate, con un aumento di 20-60 volte della penetrazione rispetto alla sola applicazione topica.

Per la iontoforesi e l’idroelettroforesi l’effetto pelle è molto ridotto e il farmaco raggiunge una penetrazione che varia dal 70% al 90%;  (https://omotossicologia.blogspot.com/2010/01/ionoforesi-idroelettroforesi.html ) il trasporto avviene a livello interstiziale nel corneo, o a livello extracellulare, facendo penetrare il farmaco ad una profondità di oltre 1 centimetro. Una volta che il flusso di corrente ha  trasportato gli ioni del farmaco attraverso il corneo nei primi 2 mm di tessuto, inizialmente si verifica un effetto ”deposito” al di sopra della area di microcircolo; poi il farmaco diffonde dal deposito nel derma, e  dalla rete capillare viene trasportato via nella corrente ematica (riducendo così il gradiente per una penetrazione verso i tessuti profondi sottostanti) . https://dermatologianapoli.wordpress.com/about/topici-e-veicolazione-intradermica/

Pertanto la somministrazione transdermica, nella terapia continuativa con pentossifillina per la malattia di La Peyronie, consente il raggiungimento della fase di  steady state (equilibrio di somministrazione) con maggiore uniformità, mantenendo così costanti i livelli di farmaco ,rispetto alla somministrazione per infiltrazione intracavernosa; dove il farmaco non viene assorbito in forma ionica ed, essendo  eliminato più velocemente,  l’intervallo di somministrazione tra un’infiltrazione e la successiva non garantisce il raggiungimento e il mantenimento dello steady-state.

https://www.docenti.unina.it/webdocenti-be/allegati/materiale-didattico/34184428