L’Ippocastano (Aesculus Hippocastanum) conosciuto anche come castagno d’India; della pianta si utilizzano gli estratti ottenuti dai semi e dalla corteccia il cui principio attivo, una miscela di saponine, viene chiamata ESCINA.
L’ESCINA ha dimostrato diverse proprietà benefiche sul distretto circolatorio periferico:
- esercita un’azione di riduzione della permeabilità capillare
- ha un effetto anti-infiammatorio
- migliora il drenaggio linfatico
- aumenta la pressione venosa.
Per tale motivo, trova applicazione nel trattamento dell’insufficienza venosa cronica, determinando un miglioramento dei segni e sintomi presenti agli arti inferiori: edema, dolore, prurito, varici, ulcere, senso di tensione e/o affaticamento.
Gli estratti di ippocastano sono standardizzati in modo tale che la quantità giornaliera consigliata di escina sia di 100-150 mg.
Alcuni effetti collaterali derivanti dall’uso di ippocastano (che comunque sembrano verificarsi raramente) sono: disturbi gastrointestinali e prurito. L’escina si lega alle proteine plasmatiche per cui si sospetta la possibilità che possa alterare il trasporto di alcuni farmaci. Si ipotizza, inoltre, che alte dosi di escina possano danneggiare i glomeruli ed i tubuli renali per cui se ne sconsiglia l’uso in caso di insufficienza renale.